
Il diritto alla salute è un diritto di tutti, e l'accesso alle strutture sanitarie non può essere limitato da alcun motivo. Per questo è nata la campagna di Medici senza frontiere - appoggiata da numerose altre organizzazioni - contro l'emendamento che abolisce il divieto di segnalazione per i medici degli immigrati irregolari che si presentano nelle strutture sanitarie. Finora lo sforzo è stato vano. La norma è stata approvata in Senato e adesso si aspetta il voto della Camera.
La protesta continua. Si muovono in tanti: dalle associazioni dei medici ai sindacati.
Cosí Cittadinanzattiva entra nel dibattito sugli ambulatori aperti ai clandestini, in questi giorni aspramente criticati da alcuni esponenti politici Veneti. "È una polemica vergognosa - dice il presidente Cittadinanzattiva della Regione Veneto Umberto Iazzetta - l'accesso alle strutture sanitarie è un diritto, anche per lo straniero. La nostra Costituzione garantisce a chi vive e lavora nel nostro Paese il diritto alla salute. La Convenzione di Ginevra sancisce persino che in guerra medici e infermieri possano assistere i feriti dell'esercito nemico. E noi non vogliamo dare assistenza ai malati stranieri? Gli immigrati sono una risorsa per la nostra regione, oramai riconosciuta e non solo dalle imprese. E queste polemiche non fanno altro che alimentare un clima di insicurezza sociale e scarsa solidarietà civica".
Cittadinanzattiva critica aspramente la proposta di abolire gli ambulatori per immigrati irregolari e mette in guardia dalla prospettiva di medici e infermieri costretti a denunciare se un ammalato è clandestino. L'associazione ricorda che in Italia per legge "l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme di soggiorno non puó comportare nessuna segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto". "
Noi difendiamo il principio di deontologia professionale che impone al medico il segreto sulle malattie e le cure dei suoi pazienti", ha dichiarato il prof. Giuseppe Remuzzi al Corriere Salute. "È un dovere dei medici, ma anche e soprattutto di noi cittadini, essere solidali con chi si ammala" - conclude Iazzetta.
v.f.
Per aderire all'appello http://www.medicisenzafrontiere.it
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