domenica 8 febbraio 2009

Se il medico è costretto a fare la spia


Il diritto alla salute è un diritto di tutti, e l'accesso alle strutture sanitarie non può essere limitato da alcun motivo. Per questo è nata la campagna di Medici senza frontiere - appoggiata da numerose altre organizzazioni - contro l'emendamento che abolisce il divieto di segnalazione per i medici degli immigrati irregolari che si presentano nelle strutture sanitarie. Finora lo sforzo è stato vano. La norma è stata approvata in Senato e adesso si aspetta il voto della Camera.
La protesta continua. Si muovono in tanti: dalle associazioni dei medici ai sindacati.

"In questi giorni - si legge in un comunicato stampa di Cittadinanzattiva dei giorni scorsi - a cominciare dalla ipotesi di chiusura degli ambulatori per irregolari in Veneto, stiamo assistendo a fenomeni di discriminazione che alimentano un clima di insicurezza sociale e scarsa solidarietà civile. Sosteniamo un principio che salvaguarda il diritto alla salute e l'accesso alle cure per chi vive e lavora nel nostro Paese, indipendentemente dalla cittadinanza e da qualsiasi condizione sociale o giuridica e ci schieriamo contro ogni forma di discriminazione che leda i diritti dei cittadini, soprattutto nella tutela della salute.".

Cosí Cittadinanzattiva entra nel dibattito sugli ambulatori aperti ai clandestini, in questi giorni aspramente criticati da alcuni esponenti politici Veneti. "È una polemica vergognosa - dice il presidente Cittadinanzattiva della Regione Veneto Umberto Iazzetta - l'accesso alle strutture sanitarie è un diritto, anche per lo straniero. La nostra Costituzione garantisce a chi vive e lavora nel nostro Paese il diritto alla salute. La Convenzione di Ginevra sancisce persino che in guerra medici e infermieri possano assistere i feriti dell'esercito nemico. E noi non vogliamo dare assistenza ai malati stranieri? Gli immigrati sono una risorsa per la nostra regione, oramai riconosciuta e non solo dalle imprese. E queste polemiche non fanno altro che alimentare un clima di insicurezza sociale e scarsa solidarietà civica".

Cittadinanzattiva critica aspramente la proposta di abolire gli ambulatori per immigrati irregolari e mette in guardia dalla prospettiva di medici e infermieri costretti a denunciare se un ammalato è clandestino. L'associazione ricorda che in Italia per legge "l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme di soggiorno non puó comportare nessuna segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto". "

Noi difendiamo il principio di deontologia professionale che impone al medico il segreto sulle malattie e le cure dei suoi pazienti", ha dichiarato il prof. Giuseppe Remuzzi al Corriere Salute. "È un dovere dei medici, ma anche e soprattutto di noi cittadini, essere solidali con chi si ammala" - conclude Iazzetta.


v.f.


Per aderire all'appello http://www.medicisenzafrontiere.it

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