Ma che belle le primarie! Ma che bravi questi
elettori! W la festa della democrazia!", canta così, in ogni day after,
la retorica dei gruppi dirigenti e dei commentatori di complemento. Il papà
partito ti fa fare un bel 'bagnetto' di partecipazione: vieni a sguazzare anche
tu! Ti dà l'occasione per ripulire il tuo sporco populismo: non perderla!
Lancia al popolo un po' di brioches democratiche (schede, firme, timbri,
file, attese): addenta anche tu un po' di democrazia! Mette in scena una bella
fiction per riprendersi una legittimazione sempre più evanescente: guarda che
spettacolo! Cerca di riconquistare gli affetti in libera uscita: restituisci la
tua astensione agli apparati!
Ma i cittadini si sono un po' stufati di queste
storielle edificanti. La partecipazione dei più di tre milioni di italiani alle
primarie del "csx" dice qualcosa di più. Che il voto è una cosa seria
e può servire a scardinare meccanismi e sovrastrutture consolidate.
Il candidato-sorpresa delle primarie aveva dalla sua
appena tre parlamentari del Pd su 100 (e, dicono i bene informati, appena 2
dirigenti del partito su 100), per non dire della Cgil, schierata contro a
ranghi compatti. Ma ha preso più del 40 per cento dei voti di quel partito
(poco più del 30 per cento dell'intera coalizione). E chi parla di giovanilismo
è fuori giri: chi ha fatto le code ha visto che una stragrande maggioranza di
votanti era fatta di ultracinquantenni. Insomma, c'è da riflettere. La
partecipazione dei cittadini sta su un altro piano. Non quello del popolo bue
che corre in massa alle urne per dare ragione a chi sta già nell'inner
circle. Ma quella dell'elettore consapevole che si gioca una chance di
cambiamento.
Ammettiamolo: nelle ultime settimane il Partito
Democratico aveva assunto l'aplomb del circolo del golf. Il gruppo di
iscritti al club esclusivo aveva commentato con disgusto la richiesta di
iscrizione dei villani alle porte: "che vorranno mai questi bimbacci, qui
la patente di centrosinistra la rilasciamo solo noi". Mesi di analisi
(democratica) del sangue per dire che questi no, non sono di sinistra. Candide
signore e perbene scandalizzate dal rischio di contaminazioni (meglio
l'abbraccio del grande centro di Casini, vuoi mettere?): "orrore, ci
votano pure quelli di centrodestra! almeno il nostro 30 per cento è vero!"
Eh già, che reumatica noia questi spifferi di realtà...
Nelle settimane scorse, da Vacca a Marini, laici e
cattolici dalla vista lunga si sono uniti con orgoglio ancienne per
promettere purghe ed espulsioni appena si farà sul serio, cioè dopo le primarie
(tanto per capire la considerazione per il voto degli elettori...) nel chiuso
delle stanze del circolo. E, magari, a luci spente volerà qualche sberla. Come
ha scritto in un tweet Massimo Mantellini, "Rosi Bindi che dice a Renzi
'Regoleremo i conti al congresso' è il nuovo 'Esco, ti aspetto nel
parcheggio'"...
Ancora nella notte elettorale c'è qualche esponente
del circolo del golf che si indigna per aver avvistato elettori di centrodestra
alle urne: forse qualcuno dovrebbe ricordare loro che sono un partito, che
servono per prendere voti, conquistare la maggioranza dei votanti e andare al
governo, non per fare colazione sull'erba e ripararsi con gli ombrellini dal
sol dell'avvenire. Ancora nella notte elettorale c'è chi trasecola perché uno
dei circoli più esclusivi, quello della Toscana, è stato invaso da orde di
moderati e reazionari. E pure i comuni rossi sono caduti: perdindirindina, che
disdetta, come ha potuto convincerli quel nerd?
Insomma,
"quelli-che-poi-tanto-il-partito-li-farà-fuori" o, se preferite,
"quelli-che-nessuno-vi-ha-mai-invitati" adesso stanno lì, scalmanati,
presi da questa strana frenesia di partecipare. Sti cittadini l'hanno fatta
fuori dal vaso. Hanno deciso, senza chiedere permesso, di entrare al circolo
del golf (una volta era una chiesa di fedeli, ma ne sono caduti di muri a
Berlino...). E hanno pronte le mazze del cambiamento per sparare le palle in
buca.
@vittorioferla
Nessun commento:
Posta un commento