sabato 19 marzo 2011

All'altezza dei cittadini

"Gli italiani hanno cercato nel 17 marzo ciò che unisce. La politica dovrebbe capirlo, cercando di essere all' altezza dei cittadini". Ezio Mauro conclude così l'editoriale frmato ieri su La Repubblica subito dopo le celebrazioni dell'unità d'Italia.

Con queste poche battute, il direttore Mauro ha sintetizzato i termini dell'attuale crisi italiana. Da una parte, una politica che esprime obiettivamente una scarsa qualità complessiva, un uso privatistico delle istituzioni, una sostanziale indifferenza nei confronti del rendimento dell'azione amministrativa, un sostanziale disinteresse per il rispetto delle regole e la certezza del diritto, e via elencando.
Dall'altra, dei cittadini che mandano dei chiari segnali di disagio e di preoccupazione di fronte a questo spettacolo quotidiano e che, quando vi sono le condizioni, partecipano con entusiasmo per testimoniare valori e difendere beni comuni. Ormai da qualche anno i cittadini italiani mandano un chiaro messaggio di responsabilità: per il rispetto della dignità delle donne, per una più alta moralità della vita pubblica, per la difesa della Costituzione, per la promozione della scuola di tutti, per chiedere maggiori opportunità per gli studenti e i ricercatori universitari, testimoniare la gioia di essere uniti in una patria comune. E gli esempi potrebbero continuare.

Non si tratta della contrapposizione retorica e un po' banale tra società politica cattiva e società civile buona. Ovviamente non si può condividere una impostazione così semplicistica. Allo stesso tempo, però, bisogna riconoscere una contingenza oggettiva e storica (e geografica) evidente. La crisi della politica non riguarda solo l'Italia ma anche gli altri paesi europei (ma sulla situazione non possiamo soffermarci). Certo, in Italia questa crisi ha caratteristiche particolari. Le ha descritte, per esempio, Giovanni Moro nel suo volume sugli anni '70, sottolineando la progressiva divaricazione tra 'partiti senza rappresentanza' e 'cittadini senza rilevanza'. In più, è davvero difficile non riconoscere, nel contesto italiano, la diversa qualità attuale tra l'operosità della cittadinanza e l'inadeguatezza della classe politica. Infine, continua ad allignare, specie nella cultura politica e nei ceti intellettuali progressisti una sostanziale diffidenza, se non un senso di superiorità, nei confronti dei cittadini. Basti pensare alle dichiarazioni di Massimo Cacciari, pochi giorni fa a Radio 24: ma al professore filosofo dedicheremo domani (domenica) qualche pensiero.

Per oggi ci basta condividere le frasi - molto azzeccate - di Ezio Mauro.




v.ferla@cittadinanzattiva.it
 

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