Gettare la maschera
Il rapporto tra la politica e i cittadini. Che il distacco fosse ormai profondissimo lo sapevamo. Ma questa poi! Cacciari ha dichiarato in un’intervista che i cittadini sono dei ‘rompiscatole’. Sì, proprio così. L’ex sindaco ha gettato la maschera di quella ipocrisia rappresentativa che fa del decisore pubblico eletto dal popolo il primo soggetto tenuto a rispettarlo, questo popolo, almeno nelle dichiarazioni e nelle liturgie ufficiali.
Bravo! Finalmente un politico che dice chiaramente quello che pensa della gente, interpretando il pensiero di molti dei suoi colleghi. Nell’intervista rilasciata a Radio24 ne ha dette di tutti i colori: in primis, che i cittadini “impediscono di pensare ai grandi progetti”. E ancora: “guardi, mi creda: i cittadini hanno spesso delle pretese assurde... si sì, rompono proprio il caz..” E poi, non contento: “ripeto: non si ha la più pallida idea di cosa significhi, ogni santa mattina, avere la cosiddetta società civile che ti invade il Comune, gli uffici, che ti sommerge la scrivania con questo o quel problema…”. Addirittura! I cittadini che vogliono entrare nel comune e parlare con il sindaco. Ma chi si credono di essere questi buzzurri! Come si permettono di non stare al proprio posto?
Da qui parte il lungo e amaro elenco, con un tono tra il sarcastico e il disilluso: “arriva quello che non vuole le prostitute nel vialetto, quell’altro invece si lamenta perché sotto casa c'è un bar dove fanno rumore la sera... ma poi compare quello che ce l'ha con i mendicanti, con i venditori ambulanti... e alla fine magari bussa ed entra uno che si lamenta perché davanti al suo portone la stradina è dissestata e, accidenti!, è una vergogna assoluta...”. Ma pensa un po’. Perché questi cittadini non accettano di buon grado di vivere nel degrado e nel baccano? Come mai non si uniscono anche loro ai molestatori e ai magnaccia? Perché non si accontentano di un quartiere sporco e dimenticato nel quale nessuno rispetta le regole? Non sarebbe sufficiente chiudersi in casa a leggere un bel libro di Nietzsche?
Le cose belle e grandi
Così, spiega Cacciari, il tempo operativo di un sindaco viene in parte assorbito da piccole questioni quotidiane: “se ne va per una buona parte”. E allora poi un primo cittadino “non può dedicarsi come dovrebbe alle cose grandi, importanti, ai progetti che richiederebbero impegno, dedizione, e che davvero finirebbero per qualificare una città, per migliorarne la vita”. Orrore! Non la teologia della bellezza. Non la dottrina del superuomo. Nemmeno i ponti di Calatrava o le nuvole di Fuksas. Solo e soltanto i problemi quotidiani della gente. Solo e soltanto i disagi dei cittadini. Che palle!
Il cittadino isterico e incapace
“Sa qual è il vero guaio?” Spiega il prof: “è il malessere complessivo del Paese: la gente è in perenne disagio, è stanca, esausta, isterica, nervosa e perciò non riesce più a distinguere ciò che nella vita di una città è una sciocchezza, e ciò che invece è importante e grave. Così, alla fine, avanza un esercito di incapaci...”. Insomma, se il cittadino chiede la soluzione di problemi di interesse pubblico è un isterico, magari per colpa di chissà quale crisi mondiale. Se il cittadino pretende che si amministri una città chiede alla politica di occuparsi delle sciocchezze. Se pretende che le istituzioni adempiano alle proprie responsabilità è un inetto. Di questo ‘subumano’ Cacciari illustra il profilo: “sono cittadini incapaci di arrangiarsi su qualsiasi vicenda umana e terrena... figure tragiche e pietose che io da sindaco, e tanti altri sindaci come me, sentiamo fino alla noia e poi, appunto, annoiati, stravolti, decidiamo e diciamo: va bene, d'accordo… cosa volete? Volete una bella ordinanza? Eccola qui, eccovi la vostra bella ordinanza”. Così è, se vi pare. La cittadinanza secondo Cacciari.
La società civile ‘puzza’
Niente di nuovo sotto il sole, a pensarci bene. L’idea che la società civile sia fastidioso sulla strada dei – presunti – grandi disegni della politica non è una novità. Che i cittadini debbano piegarsi alle grandi narrazioni piuttosto che esprimere dei disagi concreti o pretendere la tutela dei loro diritti è da sempre l’apirazione dei ceti politici ed intellettuali. La società civile ‘puzza’: è l'opinione comune dei filosofi e dei politici, da Platone ad Hegel a Lenin. Per tacere dei vivi. La cosa che più stupisce – ma, ripetiamo, solo ad un occhio disattento – è che in prima fila nella prassi del disprezzo si trovino proprio i ceti politici ed intellettuali sedicenti progressisti. Primi della classifica dell’odio nei confronti del loro stesso popolo. Forse sta in questo la ragione profonda delle numerose sconfitte della storia.
Grazie Massimo!
Dobbiamo dunque ringraziare l’imprevedibile coming out di Cacciari. Come tutti i coming out è servito a squarciare il velo dell’ipocrisia e lasciar passare qualche raggio di verità. Mille volte meglio la trasparenza per capire con chi ci troviamo a che fare. Cacciari qualcosa ci insegna però. Che la cittadinanza attiva è sempre la strada migliore. Per chiedere il conto alla politica e alle istituzioni, costringendole a rispondere del loro operato. Per risolvere problemi di interesse generale con le iniziative autonome senza attendere le graziose concessioni dei feudatari di turno. Per aprire gli occhi sulla vera posta di ogni partita, consapevoli che, anche quando non deruba il suo popolo, una certa politica se ne sente distante e lo guarda con disdegno.
Anche per questi motivi dobbiamo ringraziare la spudoratezza del filosofo, sindaco e maitre à penser Massimo Cacciari. Quello che una volta raccontò: “a casa ho ventimila libri, un letto e un mini frigo. La cucina non c’è, perché non mi sono preparato da mangiare una sola volta, in vita mia”. Forse sta qui la distanza. I cittadini - gente normale, che volgarità! - la sera tornano a casa e devono prepararsi da mangiare. Ma questo forse per Cacciari è davvero un atto ignobile.
v.ferla@cittadinanzattiva.it
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