L'Africa è arrivata. Non soltanto nelle nostre strade e nelle nostre aziende con gli immigrati. Ma anche nelle nostre case con i 'tweets' e i 'gelsomini'. E con lei è arrivato il Medio Oriente. Ecco perché, in questo incrocio della storia, la sponda sud del Mediterraneo diventa oggi per noi europei il centro di tutto. In cerca di nuova cittadinanza, gli africani - gli immigrati in generale - non sono quei delinquenti che la propaganda xenofoba vuol farci credere. Basterebbe leggere i dossier statistici della Caritas di questi anni per comprenderlo. O parlare con le migliaia di immigrati che in Italia faticano per conquistarsi il lavoro, la dignità e i diritti.
L'Africa è arrivata. Con i giovani, le donne, Internet. Il 64 per cento della popolazione africana è fatta di giovani. Il 70 per cento, se parliamo dei paesi arabi e mediterranei. Questo vuol dire una incredibile attesa di futuro ed una straordinaria energia innovativa. E poi ci sono le donne. Che non accettano più di restare schiave delle loro famiglie, dei padri, dei mariti, dei politici maschi. Infine, il web. Che favorisce la trasmissione delle informazioni e delle conoscenze, trasforma la cultura e le percezioni, cambia i desideri e i sogni. Il livello di consapevolezza e di apertura è ampiamente cresciuto. C'è voglia di conquistarsi un posto sulla scena della politica e dell'economia internazionali. Il desiderio di democrazia e di benessere è lo stesso degli europei. Gli strumenti ancora no. Forse.
L'Africa è arrivata. Val la pena ricordarlo oggi che i cittadini libici chiedono a gran voce pane e libertà, terra e democrazia.Val la pena ricordarlo oggi, 21 marzo, giornata in cui si ricorda la strage di Sharpeville in Sudafrica, avvenuta nel 1960. In quella occasione, i poliziotti sudafricani del regime dell'apartheid uccisero 69 persone e ne ferirono 180, tra loro molte donne e bambini. Manifestavano contro la legge che imponeva ai neri un lasciapassare per entrare nella città dei bianchi. Oggi il 21 marzo è diventata la Giornata ONU della lotta al razzismo. Ma, soprattutto, oggi in Sudafrica l'apartheid non c'è più. E in tutta l'Africa, dall'Oceano Indiano al Mar Mediterraneo, ci sono mille segni di una nuova alba. L'Europa deve farsi trovare sveglia.
v.ferla@cittadinanzattiva.it
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