Il ddl anticorruzione arriva finalmente al voto. Le 
Commissioni Affari costituzionali e Giustizia cominciano a discutere gli
 emendamenti al testo. Siamo di fronte ad una tappa cruciale per diversi
 motivi. Prima di tutto per ridare speranze agli italiani che si 
aspettano atti importanti dal Parlamento nella lotta contro il 
malaffare. Nel nostro piccolo, è anche un momento importante per la 
Campagna Ridateceli! che condivide i propri obiettivi con quelli della legge in via di approvazione.
 
Nelle settimane scorse, Cittadinanzattiva ha suggerito ai deputati alcune proposte di integrazione delle norme. 
In primo luogo, mettere “in chiaro” la confisca e l’uso sociale
 dei beni dei corrotti, come nei reati di mafia e come già previsto nel 
codice antimafia. Questa misura diventa necessaria poiché, con 
l’approvazione del codice antimafia, la norma sulla confisca e sull’uso 
sociale dei beni dei corrotti che Cittadinanzattiva era riuscita a far 
introdurre nella Finanziaria del 2007, sembrava finita nel limbo 
dell’ordinamento. Purtroppo - e stavolta senza “ombra” di dubbio - era 
stata inoltre abolita la destinazione d’uso delle risorse illecite 
all’informatizzazione del processo e alla sicurezza scolastica. 
La seconda principale proposta è quella di affidare all’Agenzia
 Nazionale l’amministrazione dei beni sequestrati e la destinazione dei 
beni confiscati per reati contro la pubblica amministrazione. Si tratta 
di una iniziativa di buon senso che ha il merito di semplificare la 
gestione di quei beni utilizzando l’attività di un ente già costituito, 
senza inventarsi nuovi inutili marchingegni pubblici, con il rischio di 
ulteriori sprechi e confusione. 
Infine, con la terza proposta, si sceglierebbe di proseguire il
 procedimento penale, anche in caso di estinzione del reato, ai soli 
fini del recupero di beni e di risorse. Ancora una volta una norma di 
buon senso, che fa salve le garanzie (e, sopratutto, bypassa il 
conflitto politico sul tema della prescrizione), ma allo stesso tempo 
mette la comunità nazionale nelle condizioni di rivalersi nel caso di 
illeciti contro l’amministrazione pubblica recuperando e redistribuendo 
le risorse a fini sociali.
Ecco perché diventa importante che tutte le parti politiche 
votino in modo compatto per dare un segnale chiaro alla cittadinanza. La
 corruzione si combatte prima di tutto aggredendo i patrimoni dei 
corrotti come indicato, più di trent’anni fa, da Pio La Torre a 
proposito della mafia. E’ importante però che la polemica politica sulla
 prescrizione non diventi un ostacolo: non interessa tanto o soltanto 
che i corrotti scontino le giuste pene, ma piuttosto che i beni ottenuti
 illecitamente siano restituiti ai cittadini, siano tradotti in servizi 
ed impiegati per la cura dei beni comuni. 
Vittorino Ferla
v.ferla@cittadinanzattiva.it

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